I Proverbi

I Proverbi,

generalmente riportano una verità, infatti si dice che i proverbi sono frutto della saggezza popolare o della ” filosofia popolare “, ma c’è anche chi sostiene che i proverbi siano la versione codificata di luoghi comuni.

Sapevate che:

partiamo dal presupposto che il proverbio è un monito che i genitori lanciavano ai propri figli, che a loro volta davano ai propri discendenti. Ecco che nasce una tradizione orale che ha potuto racchiudere il pensiero di un popolo, la filosofia di una serie di persone che condividevano gli stessi processi e le stesse difficoltà. Nella storia si sa che le tradizioni orali si riversarono in quelle scritte, e per molti storici, anche per il detto popolare: ” proverbio “, risulta che sia andata così.

I Proverbi, dalle origini ai giorni nostri

Facciamo un excursus storico:

dopo i primi insediamenti umani in Mesopotamia, si hanno le prime testimonianze di un tentativo di formare una civiltà, e nel 2900 a.c. si formarono le prime civiltà: Stato Sumere.

Siamo lontani dalla creazione di uno stato in senso moderno, e le varie città formarono un controllo a se stante, e nonostante fossero tutti Sumeri, si scontravano gli uni con gli altri.

Abbiamo così il susseguirsi di diverse dinastie, ognuna occupa la propria porzione di territorio, e proprio in questo periodo spuntano i primi germogli di una sorta di cultura, che rimane fra la tradizione orale e le rappresentazioni figurative.

I Proverbi, dalle origini fino ai giorni nostri

Con l’arrivo del sovrano Sargon di Akkad, si inaugura un’altra fase: il primo Impero della storia: età degli Akkadi, 2370 a.c.

E visto che Akkad, altro non è che una città Sumera insorta che ha occupato gran parte della Mesopotamia, parliamo sempre di Sumeri che si sono imposti su tutti gli altri, e che hanno deciso di darsi un nome che ricordasse loro la città di origine. Ecco che in questo periodo florido e ricco si affina la cultura e si inaugura la prima forma di tradizione scritta.

A seguire, nel 2250 a.c., Ur, la prima città entrata in crisi nel vecchio sistema sumerico e demolita dall’invasione delle vicine Lagash e Kish, s’impone nuovamente, fondando questa volta una forma più organizzata di governo, ossia: una vera e propria monarchia, con un vero e proprio sistema burocratico: abbiamo la monarchia Neo Sumerica.

RICAPITOLANDO:

dal 2900 a.c. al 2400 a.c. , c’è stato solamente l’avvicendarsi della storia dei Sumeri, e tutto ciò è importante in quanto con l’apertura di questo nuovo periodo storico, le vecchie tradizioni letterarie e culturali, cominciano ad assumere una forma precisa, dando vita a delle vere e proprie correnti. Abbiamo così: i primi Poemi Mitologici scritti, i primi Inni a Dei, Sovrani e Templi, la prima forma Lirica Cortigiana, etc. , si ha così l’inizio di un pò di tutto.

Quello che interessa a noi è la Letteratura Sapienziale, ossia l’insieme della saggistica del suo tempo. In queste opere si diffonde il tema del ” Saggio Sofferente “, ossia l’uomo sapiente e colto, che, nonostante tutti i suoi sforzi è preda della cattiveria delle divinità. Nella tradizione religiosa sumerica, gli dei, dispensavano il bene e il male. E proprio in questa ” atmosfera “, risiede il terreno fertile per la nascita dei proverbi, o per lo meno di quelli scritti, prevalentemente nei saggi, ma anche in altre forme di scrittura, riassunto in frasi molto piccole, che in breve tempo rientrano nella tradizione popolare e familiare. E sembra che i primi due siano i seguenti:

  • ” DOVE C’E’ LA BOCCA NON C’E’ LA MANO “
  • ” CIO’ CHE PIACE SI TROVA, CIO’ CHE NON PIACE SI PERDE “
I Proverbi, dalle origini ai giorni nostri

Avvicinandoci ai giorni nostri, Benedetto Croce, diceva: i proverbi sono il mutamento parlato del buonsenso, e prima di lui, il Tommaseo aveva affermato che: se tutti potessero raccogliere e sotto certi aspetti ordinare i proverbi italiani, i proverbi di ogni popolo, d’ogni età, colle varianti di voci, d’immaginazioni e di concetti, questo, dopo la Bibbia, sarebbe il libro più gravido di pensieri.

Possiamo affermare che ancora oggi i proverbi sono di attualità, nel senso che danno efficacia al discorso e risultano validi e veri, altrimenti non si spiegherebbe la continua pubblicazione di libri destinati ad essi.

Nell’Antico Testamento, c’è il Libro dei Proverbi, che contiene ” sentenze “, molto diverse tra loro, quali:

  • ” LE ACQUE RUBATE SONO DOLCI e il PANE MANGIATO di NASCOSTO è SOAVE “
  • ” I PENSIERI dei GIUSTI SONO EQUITA’, ma I DISEGNI DEGLI EMPI SONO FRODE “

Nel 1526 A. Cinzio delli Fabrizi, scrisse il “Libro della origine delli volgari proverbi “, mentre Pitrè raccolse quelli siciliani in quattro volumi, ma dei proverbi si interessarono oltre al Tommaseo anche il Tiraboschi e il Lombardi Satriano. Recentemente Rizzoli ha pubblicato il Dizionario dei proverbi italiani, che ne raccoglie 6000.

ORIGINI DEI PROVERBI:

  • DO UT DES: proverbio latino, che significa: ” do affinchè tu dia “, è il proverbio degli egoisti
  • CALENDE GRECHE: così veniva chiamato il primo giorno del mese in epoca romana. Tale espressione era sconosciuta ai greci; da rimandare alle calende greche sta a significare un tempo indefinibile, non conosciuto
  • CAMPA CAVALLO: si racconta che un contadino aveva un cavallo malandato e malnutrito per mancanza d’erba. Il cavallo sopraffatto dall’indigena, stava per morire, e il padrone lo incoraggiava a resistere perchè l’erba stava per nascere nel prato.
  • TABULA RASA: ha origine dall’antichità, quando si scriveva su tavolette. Per riusare una tavoletta già scritta la si radeva, ovvero si faceva tabula rasa.
  • VOCE STENTOREA: si dice così per indicare una voce fortissima, fragorosa, perchè Omero racconta di un principe greco, Stentore, che aveva una voce così potente come quella di cinquanta persone riunite
I Proverbi, dalle origini fino ai giorni nostri
  • PIANTARE IN ASSO: secondo la mitologia greca Teseo abbandonò la moglie Arianna dopo la celebre impresa del “Filo”, lasciandola sola nell’isola greca di Nasso. La deformazione popolare ha trasformato,”lasciare in Nasso “nell’attuale” lasciare in asse”
  • CAPRO ESPIATORIO: risale agli ebrei. Mosè ordinò l’annuale espiazione dei peccati. In un giorno designato venivano individuati due capri, uno veniva sgozzato caricandolo dei peccati del popolo e l’altro veniva liberato nel deserto
  • FARE FIASCO: a Firenze un artista di piazza si esibiva utilizzando attrezzi diversi con i quali produceva rumori, suoni stridori che divertivano gli spettatori. Un giorno decise di utilizzare un fiasco, ma l’esibizione non riuscì, provocando la disapprovazione degli astanti. Da allora chi fallisce una iniziativa ha fatto fiasco
  • LUPUS IN FABULA: la locuzione latina viene comunemente utilizzata per indicare l’arrivo inaspettato di qualcuno di cui si stava parlando. Originariamente indicava l’arrivo di una persona che impediva il proseguire del discorso.
  • ANNO SABBATICO: nell’antica tradizione ebraica, cadeva ogni sette anni ed era il periodo durante il quale in onore di Dio, si lasciava riposare la terra, si annullavano i debiti e venivano liberati gli schiavi

Ovviamente questi sono solo alcuni esempi di proverbi, del loro significato e della loro origine.

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