POESIA

Il termine poesia, dal greco poiesis è etimologicamente connesso al verbo poiein, ossia: fare, creare.

Il concetto di creazione legato all’idea di ispirazione divina. Pertanto il “Poeta” è colui che crea solo dopo essere stato ispirato da un gruppo di divinità, in questo caso dalle “Muse”. Ecco che la “Poesia” è un dono delle muse, e i poeti ne sono gli intermediari. Quindi il carattere sacrale giustifica il ruolo che la poesia ricoprì anche sul piano sociale nell’età arcaica.

Poesia: origini

La poesia non era concepita come creazione dell’artista per dilettare il pubblico, ma divenne lo strumento privilegiato usato per conservare il patrimonio culturale e tramandare alla collettività il sistema dei valori dell’intera civiltà.

Sapevate che:

le prime opere della letteratura poetica greca furono inizialmente affidate a composizione e trasmissione orale, e solo a seguire a trasmissione scritta. Infatti nella Grecia arcaica, il patrimonio letterario veniva tramandato oralmente, di generazione in generazione, grazie ad anonimi cantori detti: Aedi o Rapsodi, provenienti da zone diverse, e con culture tra loro sconosciute, poetavano e recitavano ognuno nel proprio dialetto presso le famiglie nobili in occasioni di feste per lo più a sfondo religioso o di gare poetiche.

Ecco che la letteratura, poesia, affidata all’oralità, presenta delle caratteristiche, e la più importante è l’influenza del pubblico sul lavoro del poeta: ” il testo poetico arcaico nasce dalla cooperazione tra autore/esecutore e pubblico”. Il poeta instaura un rapporto diretto con i suoi uditori solo usando un “linguaggio” comprensibile a tutti e uno “stile” vivido in grado di coinvolgere.

Poesia: origini

Quindi il racconto, poesia, è ricco di epiteti, ossia: sostantivi, aggettivi, etc., etc., e di formule ricorrenti, ossia: espressioni fisse che ritornano per richiamare alla memoria degli ascoltatori, un eroe o situazioni note.

Solo successivamente, nel IV secolo a.c. il testo scritto fu lo strumento principale e sostituì la recitazione orale. Non è un caso che oralità e scrittura implicano due visioni dei fenomeni letterarie richiedono sistemi di comunicazione tra loro lontani e contrapposti.

La Cultura Micena, ricca ed evoluta, tra il 1200 e il 1100 a.c., fu sconvolta dalle invasioni di alcune popolazioni denominate “popoli del mare”, e i Dori furono i principali responsabili del tracollo del mondo miceneo, segnando l’inizio di un lungo percorso di regresso e decadenza denominato Medioevo Ellenico. In questi secoli il sistema di scrittura usato dalle corti dei signori micenei, ossia il “Lineare B”, cadde in disuso e fu sostituito da un nuovo tipo di scrittura simile all’Alfabeto Fenicio.

In Italia che è senza ombra di dubbio un paese di grande storia, ricco di cultura e tradizioni, fu soltanto nell’undicesimo secolo che i dialetti volgari parlati iniziarono ad essere trasferiti anche su carta, essendo stati promossi a propria lingua letteraria e favorendo lo sviluppo di nuove forme di poesia.

Poesia: origini

Dante e Petrarca furono i precursori di “Nuovi Stili Poetici” che fondavano le loro basi sull’esaltazione del dialetto e la poesia divenire così a breve piacevole intrattenimento letterario.

Differenti sono i concetti di letteratura e poesia moderna, infatti, scompaiono tutti i canoni e i vincoli metrici e ci si esprime liberamente, scrollandosi di dosso antichi schemi obbligati per dare spazio alla forma di espressione più pura e sentimentale.

Niente più rime e versi sciolti, meno poesie e più prosa.

Poesia: origini

Giacomo Leopardi, poeta, filosofo e scrittore di Porto Recanati, è uno dei personaggi più importanti della letteratura mondiale, se non il maggior poeta del XIX secolo. Sostenitore del classicismo in giovane età, Leopardi raggiunse la sua maturità artistica quando scoprì il fantastico mondo del romanticismo, diventandone uno dei maggiori esponenti.

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