Il 17 gennaio di ogni anno si celebra il “World Pizza Day”, ossia la “Giornata Mondiale della Pizza”, istituita nel 1984 da un gruppo di pizzaioli napoletani, con lo scopo di promuovere la “Pizza” come simbolo della cultura e della cucina italiana in tutto il mondo.
La “Pizza” è il cibo più amato nel mondo, ed è il simbolo della tradizione culinaria italiana nel mondo, la “Pizza” è diventata il simbolo di una nazione, sia nella sua versione economica e popolare che in quella gourmet e raffinata.
Sapevate che: la scelta di celebrare il “World Pizza Day”, ossia la “Giornata Mondiale della Pizza” il 17 gennaio di ogni anno non è un caso. Questa data: 17 gennaio, è legata alla festa di Sant’Antonio Abate, Santo patrono del fuoco, e quindi protettore dei fornai e dei pizzaioli.
Infatti fin dal “700 ogni famiglia napoletana si riuniva la notte di Sant’Antonio Abate per accendere un fuoco propiziatorio, ed ancora oggi questo rito viene praticato a Napoli e in tutta la Campania. Il fuoco è un elemento importantissimo nella vita dei pizzaioli, visto che la vera “Pizza” viene cotta nei forni a legna.
Fare il “Pizzaiolo” è un’arte, e oggi rispetto al passato ha ottenuto la sua rivalsa a livello mondiale. Non è un caso che nel 2018 all’ “Arte del Pizzaiolo Napoletano” è stato riconosciuto dall’ Unesco quale Patrimonio Immateriale Mondiale dell’Umanità.
Andiamo a capire chi ha inventato la “Pizza”
La “Pizza” nella sua evoluzione risale alla preistoria, durante il Neolitico: una versione rudimentale della “Pizza” viene realizzata grazie alla nascita dell’agricoltura, infatti in questo periodo si iniziarono a cuocere sulla pietra degli impasti di cereali tostati, o di pane azzimo, privi di lievitazione.
Mentre gli antichi Greci preparavano le “Pite”, ossia un pane appiattito al quale si aggiungono degli aromi, come cipolla ed aglio.
Nel corso dei secoli sono emerse altre leggende e origini alternative: si narra che il Re dei persiani, Dario il Grande, avesse l’abitudine di cuocere una sorta di pane piatto farcito con formaggio e datteri.
Alla fine del’ “500 si era diffuso la “Mastunicola”, ossia una versione napoletana preparata con strutto, pepe, formaggio e foglie di basilico, alla quale si è poi realizzata la variante con i “Cecinelli”, preparata con il pesce.
L’unione tra l’impasto a base di farina e il pomodoro avviene a metà ‘700, nel Regno di Napoli: l’antica focaccia di origine popolare conquistò tutti ed iniziò ad essere venduta dai fornai del Regno e consumata per strada, dando vita ad uno dei primi esempi di “Street Food”.
Nel giugno del 1889 il cuoco Raffaele Esposito prepara in onore di Margherita di Savoia, l’allora regina d’Italia, una “Pizza” i cui condimenti utilizzati furono: pomodoro, mozzarella e basilico, che rappresentano i colori della bandiera italiana, e da qui la nascita della famosa “Pizza Margherita”
Il celebre cuoco realizzò tre “Pizze” della tradizionale cucina partenopea, tra cui la ” Marinara”, la “Mastunicola, e la “Margherita”.
La “Pizza” è una pietanza nata dall’ingegno del popolo napoletano, e da cibo umile si è poi trasformato in un alimento gourmet. In commercio esistono “Pizze” per tutti i gusti e di ogni tipo, a voi sbizzarrirvi nella scelta! 🙂
