La parola primavera ha origini antiche, l’etimo della parola “primavera” da vita a due interpretazioni, una logica e una più poetica.
La parola latina “VER” deriva dalla radice sancrita “VAS”, che significa: splendere, ardere e per estensione indica l’estate. Alla luce di tale nesso la primavera è la stagione che viene “prima” dell’ “arsura” estiva. Per altri invece, considerati l’ardore e la potenza con cui la natura si risveglia dopo l’inverno, la paola primavera indica più di una stagione. L’inizio a cui fa riferimento la traduzione del latino “primo” è quello di un periodo di rinascita per tutti gli esseri viventi. Non a caso ci sentiamo carichi di nuove energie, pronti a recepire nuovi stimoli.
La parola primavera da sempre richiama concetti come quello di rinascita, risveglio e rinnovamento. Dal gelido inverno si passa al tepore della primavera e tutto intorno a noi sembra riacquistare vigore: piante ed alberi che gemmano ed altri che sfoggiano già i primi fiori come la mimosa
Nella pittura abbiamo diversi artisti che ritratto la stagione della primavera, ne cito alcuni:
- Botticelli: nella sua Primavera, affronta la primavera dal punto di vista mitologico,
- Monet: dedicandosi alla primavera riesce a riprodurre sulla tela sfumature incredibili e delicatissime,
- Renoir: nei suoi dipinti riesce ad immortalare la vegetazione che rinasce e torna ad essere vigorosa e lussureggiante,
- Van Gogh: basta guardare la serie dei mandorli in fiore che sono degli incredibili capolavori.
Tra i poeti cito il verso di una poesia di Pablo Neruda:
- “Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi”
dove Neruda vuole indicare al forza dirompente dello sbocciare dei fiori di ciliegio, e quindi la forza dirompente della rinascita e dell’amore.
Nel nostro emisfero boreale, l’inizio della primavera avviene tra il 19 e il 21 di marzo, quando si verifica l’equinozio con eguale durata delle ore di luce e di buio, come nel corrispondente equinozio d’autunno.
Dal punto di vista astrologico, la stagione primaverile inizia col segno dell’Ariete, per passare poi nel Toro e terminare nei Gemelli.
Le considerazioni di premessa riguardano la durata della “primavera astronomica” in quanto si considera primavera metereologica il periodo dal 1 marzo al 31 maggio, l’equinozio di primavera dipende dal cielo e si verifica quando il sole è allo Zenit dell’Equatore in posizione perpendicolare all’asse di rotazione della terra, spianando la strada alla metà più luminosa e più bella dell’anno.
Fin dall’antichità si credeva che in primavera si verificasse un equilibrio cosmico perfetto in grado di portare energie. Il risveglio della natura con i suoi colori accesi influisce anche sulle nostre vite, rappresentando il momento per ripartire con maggiore slancio e determinazione. In tutte le epoche e in ogni diversa cultura, la primavera è stata accompagnata da rituali e celebrazioni propiziatorie, tutti accomunati dal medesimo desiderio di rinascita. I miti arcaici legano la primavera all’amore, alla sensualità ed al piacere di vivere. Anche nella nostra epoca digitale e frenetica non si resta insensibili davanti al miracolo della natura che riprende il proprio ciclo vitale.
Sapevate che:
la festa di primavera più antica sembra essere quella di “Sham El Nessim” 4700 anni fa, festa celebrata nell’antico Egitto. Gli Egizi onoravano l’intero Pantheon divino offrendo pesce salato, lattuga, cipolle e uova. Da notare come l’uovo sia stato simbolo universale della rinascita cosmica e non a caso rimaneggiato nella tradizione pasquale cristiana, come simbolo della resurrezione di Cristo.
Anticamente le uova indicavano il mitico uccello Fenice che era al tempo stesso uovo cosmico. La leggenda racconta che l’uccello di fuoco prima di morire preparava un nido a forma d’uovo su cui si adagiava lasciandosi incenerire dai raggi del sole, e dalle ceneri sorgeva poi l’uovo dalla quale la Fenice prendeva vita. Ecco che la luce indica l’amore universale in grado di generare ogni cosa.
Altra festa primaverile molto antica è “Naw Rue” che vuol dire “Nuovo Giorno”, che ancora oggi si celebra presso le popolazioni dell’Asia centrale e affonda le sue radici nello Zeroastrismo, rievocando la storia della creazione e l’intera cosmogonia dell’antica Persia.
Nell’antica Roma per l’equinozio di primavera si celebravano le feste di Attis e di Cibele. Si narra la tormentata vicenda amorosa del giovane Attis che si sarebbe tolto la vita e dopo tre giorni sarebbe tornato in vita e Cibele identificata come la Dea della Terra, istituì una cerimonia funebre che si sarebbe protratta dal 15 al 28 marzo, dando inizio al nuovo anno. Nel corso della cerimonia i Coribanti, ossia i sacerdoti di Attis e di Cibele, procedevano alla rappresentazione teatrale della vita di Dio. La parte più macabra era costituita dal fatto che alcuni di questi sacerdoti si ferivano spargendo in giro il loro sangue. Di questi riti rimane traccia nella “Tarantella” tipica danza napoletana ed in altre più o meno simili in italia meridionale, dove si utilizza il cosiddetto “Tamburello” antico simbolo di Cibele.
Non è un caso che in ogni leggenda primaverile il protagonista è l’amore che si avvale della particolare configurazione dell’alito divino per portare abbondanza non solo nel regno animale e vegetale, ma anche in quello minerale.
In sintesi si può dire che:
L’ATTESA DELLA PRIMAVERA E’ STATA SEMPRE MOLTO SENTITA IN TUTTE LE CULTURE DEL MONDO!
VOI CHE NE PENSATE? 🙂