La Giornata Mondiale delle Api, che si celebra il 20 maggio di ogni anno,
è una giornata nata a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle Api, impollinatrici, e sul loro contributo allo sviluppo sostenibile, questa giornata è stata stabilita dalle Nazioni Unite.
Sapevate che:
l’8% delle piante selvatiche in fiore nel mondo dipendono dagli insetti impollinatori, ossia le Api, ma anche il 70% delle piante coltivate beneficiano dell’impollinazione, e in Europa l’8% delle 264 specie di piante coltivate necessita dell’impollinazione degli insetti quali le Api, e oltre 4000 differenti specie vegetali continuano a prosperare e riprodursi grazie alle Api.
Da oltre 30 milioni di anni le Api svolgono un servizio all’eco sistema fondamentale, aiutando i fiori ad espandere il proprio areale e a riprodursi. Le Api sono necessarie per la sopravvivenza della nostra specie, contribuendo alla sicurezza alimentare globale, infatti ben oltre 2 terzi delle colture utilizzate dall’uomo per la sua nutrizione è impollinata dalle Api, che svolgono un ruolo attivo nel mantenimento della biodiversità e nel ripristino delle aree prossime alla desertificazione.
PROTEGGERE QUESTE PICCOLE E LABORIOSE CREATURE DIVENTA IMPORTANTISSIMO!
Si è scelto di celebrare la Giornata Mondiale delle Api il 20 maggio di ogni anno in quanto nell’emisfero boreale maggio è il mese centrale per l’impollinazione, mentre nell’emisfero australe corrisponde alla produzione del miele e poi della lavorazione dei suoi derivati, e non da ultimo è da sapere che uno dei primi pionieri della moderna apicultura, lo sloveno Anton Jansa è nato proprio il 20 maggio!
IMPORTANTE da sapere che la popolazione mondiale di Api e di Vespe si è ridotta del 36%, le Api sono minacciate dai prodotti chimici utilizzati in agricoltura e per combattere questo pericolo l’Unione Europea nel 2013 ha vietato l’uso di tre pesticidi nocivi. Ma esistono altri pericoli quali:
- l’indebolimento del loro sistema immunitario
- i cambiamenti climatici
- la perdita di habitat
- l’aumento delle monocolture che determinano mancanza di risorse mellifere
FACCIAMO UN EXCURSUS DELLA STORIA DELLE API:
dal 3100 a.c. il profilo delle Api operaie venne utilizzato nei geroglifici come simbolo topografico dell’antico Egitto. I primi disegni mostrano un insetto con quattro zampe, il torace e le bande sull’addome sono rimarcate, così come le antenne. Sono state trovate raffigurazioni di alveari risalenti al 2400 a.c., una di queste mostra come si usasse l’affumicatore per tranquillizzare le Api.
Nell’antica Grecia si riteneva che ogni colonia di Api contenesse un Ape più grande, che veniva considerata leader o il re e che si pensava fosse di sesso maschile. I testi greci elogiavano quest‘Ape più grande per la sua abilità di leadership e per la sua saggezza.
Aristotele tra i greci è stato il primo a studiare le Api scientificamente analizzandone la riproduzione
Nell’antica Roma in molti scritti troviamo svariate affermazioni simili a quelle dei testi greci. Gli antichi romani scrissero e studiarono molto sia le Api che l’apicoltura, ma un certo numero di scritti sulle Api, frutto di civiltà mediterranee, sono andati persi. Nel testo la: “Storia degli animali” di Plinio il Vecchio pubblicato nel 79 d.c. sono spesso prese in considerazione sia le Api che le arnie. L’apicoltura era sviluppata presso i popoli latini, si praticava la sciamatura artificialmente, e venivano costruite arnie sperimentali.
Nel medioevo ciò che determinò la crescita dell‘apicoltura fu il concetto che avere sempre a disposizione del cibo, in questo caso miele e cera, vicino alla propria abitazione era una ricchezza fondamentale alla sopravvivenza.
LEGGENDA DELLE API E DEL LORO MIELE:
su di un papiro egizio che si trova al British Museum risulta una leggenda dove si narra che le “Lacrime d’Amore” del dio sole RA nell’attimo in cui caddero sulla terra si trasformarono in Api.
E le Api costruirono la loro dimora riempiendola di fiori e di ogni genere di pianta, nacque così la cera ed anche il miele, tutto originato dalle “Lacrime di Ra”. E’ così che l’amore venne paragonato al miele nella sua più intrinseca dolcezza! Cantici, odi, pitture e poemi di ogni epoca storica esaltarono il miele paragonandolo all’ambrosia degli dei.
Gli Assiri e i Babilonesi usavano il miele per le affezioni che colpivano l’epidermide, occhi, genitali, apparato digerente, e trattavano i corpi dei defunti con la cera d‘Api e con lo stesso miele.
Il miele delle Api è un alimento che ha accompagnato l’uomo dalla preistoria fino ai giorni nostri. I numerosi benefici del miele ne fanno ancora oggi un alimento amato da molti, da qui l’importanza si salvaguardare questa specie. 🙂